Di certo qualcosa cambierà
E’ difficile parlare, in questo periodo così drammatico, così complesso, così delicato, de “Il Legno dalla natura alle cose”. Una manifestazione che da sette edizioni si svolge a Bergamo, città ferita e dolorante. Una manifestazione che coinvolge aziende del territorio. Aziende che stanno affrontando mesi difficili. Ma soprattutto, aziende fatte di persone, di donne e uomini che mai come in questi giorni stanno vivendo da vicino una calamità che va oltre alle forze.
Le famiglie sono lacerate da lutti, i sindaci di tutta la Provincia lanciano appelli a stare chiusi in casa, per strada sfilano i mezzi dell’esercito che portano bare fuori dal cimitero di Bergamo verso forni crematori di altre regioni. Perché qui non c’è più posto.
La paura di morire e di perdere i propri cari, la sensazione che da questa pandemia non sarà semplice uscire, la convinzione che, una volta fuori, qualcosa inevitabilmente cambierà. Nel nostro modo di guardare il mondo, gli affetti, il lavoro. Nella nostra percezione delle cose.
Stare chiusi in casa l’intera giornata, con i figli, con la moglie o il marito che in genere nel corso della giornata si incontrano poco. Perché siamo presi da mille impegni, perché corriamo sempre, perché abbiamo la vita organizzata a incastro. Riscoprire il tempo della calma, della noia. Leggere. Coltivare l’orto. Guardare dalla finestra la primavera che arriva. Telefonare a persone che non si sentono da tempo. Scrivere.
La nostra speranza è che tutto questo ci porti a un cambiamento, a un’assunzione di consapevolezza. Che questo sia un ponte verso un’epoca nuova. Di certo non dimenticheremo.
E la gente rimase a casa
E lesse libri e ascoltò
E si riposò e fece esercizi
E fece arte e giocò
E imparò nuovi modi di essere
E si fermò
E ascoltò più in profondità
Qualcuno meditava
Qualcuno pregava
Qualcuno ballava
Qualcuno incontrò la propria ombra
E la gente cominciò a pensare in modo differente
E la gente guarì.
E nell’assenza di gente che viveva
In modi ignoranti
Pericolosi
Senza senso e senza cuore,
Anche la terra cominciò a guarire
E quando il pericolo finì
E la gente si ritrovò
Si addolorarono per i morti
E fecero nuove scelte
E sognarono nuove visioni
E crearono nuovi modi di vivere
E guarirono completamente la terra
Così come erano guariti loro
[Kitty O’Meary, 1839-1888]
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